Mia suocera non me l'ha data seconda parte - Piemonte Trasgressiva

Mia suocera non me l'ha data seconda parte - Piemonte Trasgressiva

Come vi ho raccontato nella prima parte, la sera stessa che ho costretto mia suocera a farmi una sega sono rientrato a Bologna, anticipando di un giorno il rientro trovando la scusa che mia avevano chiamato per un urgenza al lavoro. Avevo una fottuta paura che l’umore di mia suocera potesse insospettire mia moglie, o peggio ancora mio suocero, perché fumantino come era avrebbe fatto un macello nel vero senso del termine. Nei giorni successivi provavo sentimenti contrastanti: da una parte mi sentivo un verme, ma nello stesso tempo ripensando alla scena mi sentivo turbato, eccitato, insomma. Mi chiedevo se fossimo stati proprio soli in casa, senza il rischio di essere scoperti, la suocera avrebbe reagito con più violenza o al contrario avrebbe ceduto? Per diversi giorni mi assillava questo quesito. Dopo circa una settimana tornai a Senigallia per riprendere la famiglia e tornare a casa, il mese di mare era finito. I suoceri avrebbero preso il treno per tornare in Sicilia. Avevo il terrore di incrociare lo sguardo di mia suocera. Per fortuna andò tutto liscio, mia suocera fu come al solito gentile e riguardosa nei miei confronti, non cambiò di una virgola il suo atteggiamento. Questo mi tranquillizzò. Passò l’estate e l’autunno e piano piano non pensai più a quell’episodio, sicuro che non avrei avuto altre “ricadute”.
Per le vacanze di natale andammo tutti in Sicilia a casa dei suoceri, con l’aereo, per rientrare il giorno della befana. Procedeva tutto tranquillamente, Natale, Santo Stefano, capodanno: tutto tranquillo. Il giorno dopo capodanno passai l’intera giornata con mio suocero a casa di un suo amico in campagna, grandi mangiate e bevute. La sera siamo rientrati entrando in casa direttamente dal garage, che sta in un seminterrato. Mio suocero si è fermato ad aggiustare alcune cose in garage, mentre io sono salito sopra. Mentre salivo le scale, dalla cucina provenivano voci concitate tra mia suocera e mia moglie, come se litigassero, evidentemente non si erano accorte del nostro rientro. Io mi sono fermato ad ascoltare e ho sentito mia suocera che gridava verso la figlia dicendole,: sei una svergognata, perché l’hai fatto, se lo viene a sapere tuo marito o peggio tuo padre, quello prima ammazza te e poi me.
Perché sei andata a trovare Tori (Salvatore).
E mia moglie rispondeva: che c’è di male abbiamo preso solo un aperitivo insieme.
La mamma: tutto il pomeriggio, con il tuo ex, a casa sua a prendere un aperitivo, ma dai, lo sanno tutti in paese che quello è un puttaniere, figuriamoci se non ti è saltato addosso e non ti ha fottuto. Sei una troia, ed io qui ad accudire i nipotini. Speriamo almeno che nessuno ti abbia visto. Adesso sbrigati vatti a cambiare fatti uno doccia, e lavati la bocca perché sicuramente gli hai fatto anche un pompino, perché da un momento all’altro rientreranno tuo marito e tuo padre.
Io ero pietrificato, non sapevo che fare, da una parte volevo entrare e aggredire mia moglie, ma poi pensavo ai bambini che in quel momento erano a vedere la Tv in un’altra stanza. Feci rumore per fare sentire loro che io stavo rientrando, entrai in cucina facendo finta di niente, anche se una rabbia enorme montava in corpo.
Il giorno dopo mi feci prestare la macchina dal suocero e con mia moglie andammo a fare un giro. Affrontai subito l’argomento con mia moglie dicendole che avevo ascoltato la discussione con la mamma, l’accusai di essere una troia puttana, volevo metterle le mani addosso, ma per fortuna mi sono trattenuto. Lei ha ammesso di essersi incontrata a casa del suo ex , divorziato, ma che hanno solo parlato. Piangeva come una bambina disperata, giurava che non c’era stato nulla, che lui ci aveva provato, ma lei niente non si è fatta manco sfiorare. Io le dissi che avremmo fatto finta di nulla fino al rientro a casa il giorno della Befana, poi una volta a Bologna avremmo provveduto alla separazione, cercando di fare in modo di non fare molto male ai bambini. Gli ultimi giorni trascorsero apparentemente nella normalità, cercando di dissimulare la tensione, ma a volte avevo la netta sensazione che mia suocera si era accorta che io sapevo. Una volta rientrati a casa ero veramente intenzionato a lasciarla, quando eravamo soli a casa lei mi scongiurava di non farlo perché non mi aveva tradito, diceva che aveva sbagliato ad accettare l’invito del suo ex ma che assolutamente non mi aveva tradito, e piangeva disperata. In quei momenti non so perché le credevo, poi mi riassalivano i dubbi o la certezza che mi aveva cornificato. Con il passare dei giorni la mia determinazione a lasciarla si affievoliva sempre più, anche perché pensavo alle conseguenze sui figli. Tra me e mia moglie praticamente c’era un muro, cercavamo di sembrare normali solo alla presenza dei figli, si dormiva nella stessa stanza, ma solo dormire, niente più sesso.
Dopo qualche mese avevo praticamente rinunciato alla separazione, ma con mia moglie niente, non riuscivo ad avvicinarmi sessualmente. Per sfogare la libidine che si accumulava, ma forse soprattutto per “punire mia moglie”, ogni 10-15 giorni circa andavo a prostitute. Avevo conosciuto delle prostitute di alto livello, a Bologna non mancano di certo, che però mi costavano un occhio. Ogni volta che andavo a prostitute chiudevo l’incontro chiedendo un pompino, quando mi spompinavano pensavo a mia moglie e mentre venivo immaginavo mia moglie che spompinava il suo ex. Praticamente mi stavo facendo del male. Mi affezionai ad una prostituta (Monika, una ragazza di Bratislava, laureata in scienze politiche), e cercavo sempre lei, era diventata quasi la mia confidente. Un pomeriggio mi presentai da Monika un po’ brillo e senza preavviso. Non era sola, c’era una sua amica/collega?. Prima sembrò contrariata, poi accorgendosi che ero un po’ ubriaco sembrò quasi contenta della sorpresa; mi disse: ti presento un’amica, Linda. Un pezzo di fica stratosferico. Facciamo una cosa a tre, disse Monika, ed io: perché no. Per i primi 5-10 minuti circa fu una cosa estremamente eccitante, poi improvvisamente mi ritrovai davanti agli occhi un cazzo enorme: Linda era un trans.
Mi alzai e scappai via, non sono più tornato a prostitute.
Con mia moglie il rapporto migliorò un pochino, anche se sempre senza sesso, tanto che decidemmo per il bene dei bambini di fare normalmente il mese di mare a Senigallia, con i suoceri che facevano compagnia a mia moglie ed i bambini, io che sarei andato il fine settimana quando potevo.
Quell’estate oltre ai fine settimana, restai a mare l’intera ultima settimana. Sembrava un’estate come le precedenti ma mia suocera mi sembrava più premurosa del solito nei miei confronti, avevo la sensazione, anzi quasi certezza che lei sapeva che io sapevo dell’incontro tra mia moglie e il suo ex. Per questo motivo era più premurosa. Questo fatto, non so perché, mi infastidiva molto, a volte mi sentivo preso per il culo: non volevo essere cornuto e contento. Quella sua premura cominciò a darmi fastidio, si riaccese in me la voglia di “punire mia moglie” sporcando sua madre, allora gli ultimi giorni di permanenza a mare la guardavo con occhi diversi. Non perdevo occasione per sbirciare le sue gambe ed il culo sotto il prendisole in trasparenza. Quando mi serviva qualcosa a tavola io cecavo di sfiorare la sua mano con la mia per vedere la sua reazione; non perdevo occasione per sfiorarle il culo quando entravo in cucina mentre lei cucinava. Notai che non faceva nessuna reazione di dissenso. Un pomeriggio eravamo a casa io la suocera e mio figlio piccolo (5 anni), mentre mia moglie la bambina ed il suocero erano a mare. Feci in modo di cominciare il gioco del nascondino con mio figlio, poi coinvolgemmo la suocera: quando toccò a mio figlio di venirci a trovare, presi per mano mia suocera e la portai a nasconderci in uno sgabuzzino-ripostiglio molto piccolo. Lei mi seguì stando al gioco, una volta dentro chiusi a chiave e chiaramente a luci spente per non essere scoperti, da dietro cominciai ad accarezzarle le spalle ed il collo, lei non diceva nulla. Poi portai le mani sui fianchi, ancora immobile, a quel punto il mio cazzo era duro e glielo appoggiai sul culo, fu in quel momento che lei cercò di aprire la porta per uscire; la strinsi a me, mi avvicinai con molta calma con la bocca al collo le sussurrai:
lo so che tu sai che io so di quella troia di tua figlia, che durante le vacanze di Natale si è fatta sfondare dal suo ex, fai la brava. Immagina se lo sapesse tuo marito, soprattutto se sapesse che tu sai…
a quelle parole lei si pietrificò, praticamente immobile. La baciai sul collo con voluttà e le spinsi il bacino sempre più forte sul culo, mentre con una mano le cominciai ad accarezzare il seno, Le mordevo il collo, la baciavo nell’orecchio, nel buio avevo la sensazione di stare con una strafica, ero eccitatissimo. Le sussurrai di togliersi le mutande, esitò, ma poi lo fece le misi le mani tra le cosce da dietro, era caldissima, mi stavo arrapando da morire, ma mio figlio era la che cominciava a cercarci. Le ficcai un dito nella fica e poi con sfregio glielo misi in bocca.
Fu a quel punto che il bambino ci chiamò ed uscimmo. Ma prima di uscire le dissi:
le mutande per adesso le tengo io
Lei sembrava turbata, non capivo se era compiaciuta o sorpresa del fatto che io sapessi.
Ma in quel momento ero troppo arrapato. Lei con il bambino andò nella sua stanza, io andai in bagno e mi sparai una sega venendo nelle sue mutante. Penso che è stata tra le seghe più spettacolari che io ricordi.
Ormai avevo deciso che avrei dovuto forzare per cercare di fotterla, mi restavano pochi giorni per trovare l’occasione giusta.
Il finale alla prossima

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